Attenzione: le informazioni ed i consigli riportati in questa sezione hanno carattere puramente divulgativo e non sostituiscono la consulenza medica.
FAMIGLIA APIDAE
Costituita da specie solitarie o sociali, le più note delle quali sono Bombus sp., Xylocopa sp., Apis mellifera. Sono specie mellifere il cui apparato boccale (diverso nelle varie specie) è composto da una lingua lunga e cilindrica che serve a raccogliere nettare, mentre il polline viene raccolto grazie a “spazzole” sull’addome, le tibie ed i metatarsi. Nella Xylocopa si osservano mandibole piuttosto robuste che però non hanno ruolo difensivo ma servono per la costruzione del nido. Nella sottofamiglia Apinae (es. Ape domestica) gli individui, nella parte ventrale dell’addome, hanno ghiandole ciripare che producono cera usata per costruire il nido. L’aggressività di questa Famiglia varia a seconda della specie e della sottospecie. Ad esempio Bombus e Xylocopa sono piuttosto mansuete e le eventuali punture sono frutto di accidentali provocazioni (in realtà sono in aumento le punture di Bombus terrestris che è sempre più impiegato per l’impollinazione in serra). Più aggressiva è l’ Apis mellifera che annovera diverse sottospecie:
- Apis mellifera ligustica; distribuita in tutta Italia, piuttosto mansueta.
- Apis mellifera mellifera; distribuita in tutta Europa, piuttosto aggressiva.
- Apis mellifera carnica; distribuita nei Balcani, piuttosto mansueta.
- Apis mellifera caucasica; distribuita nell’area del Caucaso, mansueta.
- Apis mellifera adansonii; distribuita in Africa, molto aggressiva e tende ad attaccare in gruppi molto numerosi. Questa sottospecie è stata importata in Brasile e si è ibridata con la sottospecie locale diffondendosi in America. E’ detta Ape assassina!
Mentre Bombus e Xylocopa estraggono il pungiglione dalla cute dopo aver punto e raramente pungono ancora, l’ Ape domestica, per la conformazione peculiare del suo pungiglione, lascia quest’ultimo in sede.
Cosa fare in seguito a punture di Api o Bombi?
- Togliere il pungiglione (se presente) senza cercare di prenderlo con pinzette. Usare un rasoio (a “filo” della zona punta o grattare con l’unghia)
- Lavare la zona con acqua e sapone, disinfettare con composti di ammonio
- Utilizzare ghiaccio (diminuisce il dolore e vaso costringe localmente così che il veleno non entra in circolo rapidamente)
- Eventualmente eseguire il richiamo di vaccino antitetanico (anche se non è strettamente necessario)
- Usare eventualmente pomate cortisoniche da applicare localmente
Se compaiono sintomi di shock (difficoltà respiratorie, obnubilamento del sensorio, lipotimia, etc.)
- Chiamare i soccorsi
- Liberare il soggetto da indumenti che potrebbero ostacolare la respirazione ed eventuali soccorsi
- Porre il soggetto con le gambe più in alto della testa
- Registrare l’ora dell’evento
- Se si ha a disposizione un laccio emostatico porlo, senza stringere troppo, a monte della zona punta. Dopo 30 minuti porre un altro laccio più a monte del primo e togliere il precedente
- Se il soggetto fatica a respirare porre in bocca un bastoncino (es. anche l’involucro della biro va bene così da permettere un minimo passaggio di aria)