Attenzione: le informazioni ed i consigli riportati in questa sezione hanno carattere puramente divulgativo e non sostituiscono la consulenza medica.

punture-flebotomi

Descrizione generale

I flebotomi, detti anche “mosche della sabbia” (per via del loro colore) o “pappataci” (per il caratteristico volo silenzioso), sono ditteri di piccole dimensioni (circa 1.5-3.5 mm) caratterizzati da grandi occhi neri composti, un paio di antenne di 16 articoli, due palpi di 6 segmenti, lunghe zampe e ali strette e lanceolate senza squame, tenute a V (quasi verticalmente al corpo) durante la fase di riposo e durante il pasto. La testa, il torace e le ali sono coperte da una fitta peluria, presente anche sulle antenne. Il maschio si nutre di succhi vegetali zuccherini, mentre la femmina è ematofaga e presenta un apposito apparato boccale: ipofaringe (che contiene il dotto salivare) che insieme all’epifaringe costituiscono il canale aspiratore, due mascelle e due mandibole, il labium molle che forma una sorta di doccia che alloggia le parti menzionate. Come nel caso della zanzara, anche qui la femmina necessita di un pasto ematico per deporre le uova; esse vengono deposte in luoghi umidi e protetti, ad esempio nelle cavità dei tronchi, sotto i mucchi di detriti vegetali, nelle tane dei roditori etc… La schiusa delle uova avviene dopo circa 10-20 giorni; le larve, vermiformi e con un capo ben distinto (nero e con un paio di piccole mandibole), corpo formato da 12 segmenti (quelli addominali presentano dei peduncoli) bianco o grigiastro con setole, si nutrono di materiale organico in decomposizione e alcune sono coprofaghe. Il loro sviluppo si completa in 10-20 giorni, a seconda della specie, delle condizioni climatiche e della disponibilità di cibo. In condizioni difficili le larve al quarto stadio possono entrare in diapausa dando vita a forme di resistenza. Prima di impuparsi la larva assume una posizione eretta; il rivestimento larvale non viene perso completamente e rimane attaccata alla parte finale della pupa costituendo una caratteristica peculiare dei flebotomi. Gli adulti vivono circa 15 giorni (il ciclo vitale si completa in 50 giorni o poco più) e sono presenti solo due generazioni all’anno. La distinzione in specie dei vari individui risulta talvolta piuttosto complessa ; spesso si rende necessario l’esame delle strutture interne. L’areale di distribuzione del genere Phlebotomus è costituito da zone temperato-calde del vecchio continente (è assente il America, dove troviamo il genere Lutzomya), soprattutto nelle regioni Mediterranee, in Asia e nelle aree tropicali. Poche specie vengono rinvenute nel sud-est asiatico e nell’Africa sub-sahariana, mentre non è presente nell’area del Pacifico. In Italia generalmente sono assenti sopra i 600metri. Nelle case talvolta si posizionano negli angoli bui e sui soffitti delle stanze; solitamente pungono al crepuscolo (ma in determinate condizioni possono pungere anche di giorno) facilitati dall’assenza di vento, in quanto sono pessimi volatori, e si nutrono del sangue che fuoriesce dal sito di puntura. Gli ospiti variano a seconda della specie (lucertole, anfibi, roditori, uccelli, cani, uomo). La puntura è piuttosto fastidiosa ed è difficile accorgersi della presenza dell’insetto a causa del caratteristico volo silenzioso. I flebotomi possono veicolare diverse malattie importanti per l’uomo e per gli animali domestici, e spesso fungono da serbatoi per varie virosi. Ad esempio Phlebotomus papatasii trasmette una virosi detta “febbre da pappataci” e la leishmaniosi cutanea; P. verrucarum trasmette la bartonellosi. Non esiste un vaccino e la prevenzione si basa sulla lotta all’insetto; per le dimensioni ridotte le zanzariere di per sé non riescono ad impedirne il passaggio, ma il loro utilizzo è da consigliare comunque a condizione di impregnarle con insetticidi. Nelle zone endemiche è consigliabile coprire le varie parti del corpo, e talvolta questo accorgimento risulta sufficiente in quanto non riescono a pungere attraverso i vestiti. Per quanto riguarda gli animali domestici possono essere utilizzati comuni collari in commercio impregnati di repellenti, in particolare un complesso costituito da deltametrina/trifenilsolfato. Oppure esistono prodotti da stendere sulla cute dell’animale a base di permetrina 65%, o di associazione permetrina/piriprixifene o permetrina/imidacloprid.


Patologie trasmesse dai flebotomi