ENTOMOLOGIA MEDICA
Imenotteri
Attenzione: le informazioni ed i consigli riportati in questa sezione hanno carattere puramente divulgativo e non sostituiscono la consulenza medica.
Quelli di interesse medico appartengono alla sezione aculeata, in cui l’ovopositore è modificato in un pungiglione che, a riposo, viene tenuto nella cavità addominale; esso è collegato ad una sacca del veleno. Con la puntura il veleno viene iniettato localmente . Le punture di Imenottero (soprattutto Apidae e Vespidae) possono causare tutta una serie di sintomatologie che variano in base a diversi fattori:
- Condizioni di salute del soggetto punto
- Sensibilità del soggetto
- Sito di puntura
Composizione del veleno
Istamina: è un’ammina biogena che provoca dolore e dilatazione dei capillari sanguigni. Chitine, Mastoporani, Peptide chemiotattico: i peptiti del veleno delle Vespe provocano la degranulazione dei mastociti, presenti nel tessuto connettivo e contenenti sostanze farmacologicamente attive, responsabili della risposta allergica. Quando il mastocita viene degranulato libera istamina, serotonina, eparina e fattore chemiotattico per eosinofili che, insieme alle ammine biogene, causano la maggior parte di effetti locali dati dalle punture. Il più importante peptide del veleno delle Api è la melittina costituita da 26 aminoacidi senza S (zolfo) che si distribuiscono in modo peculiare nella molecola conferendole un’alta specificità d’azione per le membrane. Essa causa la lacerazione nella membrana che porta alla fuoriuscita di ioni e conseguentemente alla caduta di potenziale; cioè porta, con una serie di passaggi, all’insorgenza dello stimolo doloroso. A potenziare l’effetto di questo peptide ve n’è un altro, l’apamina, che blocca i canali di Ca++ e K+ nelle membrane cellulari. Per quanto riguarda gli enzimi ricordiamo che in entrambi i gruppi sono presenti fosfolipasi A/B (tra i principali allergeni) molto attiva contro la membrana cellulare (ne provoca la citolisi) e la ialuronidasi che, digerendo l’acido ialuronico (quest’ultimo tiene unite le cellule del tessuto), funge da diffusore del veleno. In sintesi possiamo dire che il veleno degli imenotteri è una soluzione acquosa che contiene proteine, peptidi ed ammine vasoattive. E’ stata osservata, in alcuni studi, una reattività crociata tra veleni di specie diverse, ed in particolare, api/calabroni e vespe/formiche.