Attenzione: le informazioni ed i consigli riportati in questa sezione hanno carattere puramente divulgativo e non sostituiscono la consulenza medica.
FAMIGLIA TABANIDAE
Descrizione generale
I tafani sono ditteri di dimensioni variabili (6-30mm) , caratterizzati da un volo rumoroso ed insistente. L’addome presenta una colorazione variabile, da grigio al bruno rossiccio, al giallo arancio; talvolta addome e torace hanno colori contrastanti. Il capo è piuttosto robusto, largo e a semiluna, con grandi occhi composti, uniti nel maschio e separati nella femmina ( lo spazio interoculare presenta ispessimenti, detti “calli” utili ai fini tassonomici). Le ali sono robuste e possono presentare aree a colorazione più scura che, insieme ad altri caratteri, possono aiutare nel riconoscimento della specie. L’apparato boccale è differente nei due sessi, in relazione alle differenti abitudini trofiche di maschio e femmina; in entrambi i casi è orientato verso il basso, sotto la testa. Nei maschi, che si nutrono dei succhi zuccherini delle piante, l’apparato boccale è di tipo succhiatore, cioè fondamentalmente non presenta mandibole; nelle femmine invece, che sono telmofaghe, è decisamente robusto e di tipo perforante-succhiatore. Esso consiste essenzialmente di:
- labbro superiore incavato ventralmente
- labbro inferiore che presenta una doccia dorsale per alloggiare le varie componenti: labelli pseudotracheati per lambire, un paio di mandibole seghettate per tagliare i tessuti, un paio di mascelle seghettate per forare i tessuti garantendo l’afflusso ematico, ed un’ipofaringe che porta il dotto salivare.
Le antenne sono relativamente robuste, corte e senza arista, costituite da tre articoli, l’ultimo dei quali può presentare uno stiletto ed è diviso in più segmenti. Le uova vengono deposte in aree umide e fangose e, a seconda del clima, la schiusa avviene dopo 4-14 giorni. Le larve, di colore biancastro, cilindriche ed apodi, sono acquatiche, semiacquatiche o terrestri; presentano una zona apicale nera e retrattile ed il corpo è composta da circa 12 segmenti( i primi 7 dei quali presentano pseudopodi retraibili ) attorniati da anelli prominenti e con microspinette utili per l’avanzamento nel substrato. A livello dell’ottavo segmento, in posizione dorsale, è visibile l’organo di Gaber ( che svolge probabilmente un ruolo nel mantenimento dell’equilibrio), mentre l’ultimo segmento termina con un sifone utilizzato per respirare quando restano approfondate nel terreno. Generalmente sono carnivore e si nutrono di insetti, molluschi e vertebrati acquatici; talvolta diventano fastidiose per i soggetti che lavorano nelle risaie a causa dei morsi. Lo sviluppo larvale richiede molto tempo, uno o due anni in climi temperati, ma si possono raggiungere anche i tre anni in climi freddi. Le pupe sono allungate, incurvate, l’addome presenta spinette e a livello caudale c’è una tipica struttura a stella (“aster caudale”); hanno colorazione marrone e ricordano le crisalidi delle farfalle. Lo sfarfallamento richiede circa tre settimane ( comunque i tempi variano a seconda del clima) e i maschi sfarfallano prima delle femmine. I tafani in genere pungono di giorno e in spazi aperti; si possono osservare due picchi di attività diurna, uno intorno alle 11 ed uno intorno alle 14. In linea di massima sono attratti da stimoli olfattivi (odore di bruciato, diossido di carbonio etc…) ma localizzano la preda attraverso la vista, con maggiore propensione per i colori scuri (in effetti è più facile che pungano attraverso i vestiti colorati). Di solito la preda si accorge immediatamente di essere stata punta, avverte dolore e tende ad allontanare il tafano che così non riesce a completare il pasto ematico (indispensabile per deporre le uova); esso quindi si sposterà su più prede per succhiare un sufficiente quantità di sangue, e questo comportamento lo rende un buon vettore di molti microrganismi (arbovirus, batteri, filarie) e quindi di malattie che affliggono animali e uomo (tularemia, antrace, loiasi). Oltre a questo il sito di puntura può dare infezioni. A causa della grande distribuzione (li ritroviamo negli ambienti più diversi) e delle loro abitudini di vita, è difficile poter controllare la popolazione dei tafani. Le uniche misure preventive riguardano l’utilizzo di abiti chiari e di repellenti per proteggere la cute. La puntura è dolorosa, spesso continua a sanguinare dal sito di puntura e si forma un pomfo rosso del diametro di 1-2 cm con al centro una crosta siero-ematica. In genere i sintomi scompaiono dopo qualche ora, ma per qualche tempo può permanere un’area dura e dolente. Talvolta si possono avere reazioni allergiche dovute alla grande quantità di saliva iniettata durante il pasto.
Cosa fare in seguito a punture di tafani?
- Lavare la zona con acqua e sapone ( se è possibile lavare anche con sali quaternari di ammonio es Steramin)
- Disinfezione con iodio (es Betadine)
- Ghiaccio per lenire il dolore
- Eventualmente pomate glucocorticoidi e antistaminici orali (solo se necessari e su consiglio medico)
Se il pomfo non accenna a diminuire si possono effettuare impacchi con acqua borica al 3% una volta al giorno per 4-5 giorni, ed assumere antistaminici (tipo Zirtec) per alleviare il prurito. Se dopo qualche giorno la situazione non migliora e anzi il pomfo aumenta di dimensioni o il dolore non regredisce, meglio rivolgersi ad un medico in quanto potrebbe essere in corso un’infezione (da trattare con adeguata terapia antibiotica).